14 gennaio 1986: nulla sarà più come prima
Il 14 gennaio 1986, come sempre, insegue la corsa a bordo del suo elicottero bianco. Forse per l’eccessivo peso o per la scarsa visibilità dovuta a una tempesta di sabbia, non lo sapremo mai –, il velivolo si schianta a terra. Con Thierry Sabine, muoiono il cantante francese Daniel Balavoine, il giornalista Nathaly Odent, il pilota dell’elicottero, François Xavier-Bagnoud e il tecnico radio Jean-Paul Le Fur.
È uno choc per la carovana, ma la gara va avanti.
«Io vi porto alle porte dell’avventura, ma tocca a voi aprirle per sfidare la sorte»
ripeteva il creatore della Dakar. E sfidare il deserto è anche giocare con la vita, saltando sulla cresta delle dune o ballando sulla sabbia ad oltre 200 chilometri orari.
L’incidente rimarrà quello col più tragico bilancio nella storia della Dakar. Le ceneri di Sabine saranno sparse sotto il celebre “albero perduto”, vicino a dove smarrì la strada una decina di anni prima.
In quella edizione perse la vita anche il motociclista giapponese Yasuo Kaneko, investito da un’automobilista. Sarà la più tragica Dakar della storia con sei morti.