Dakar 1983 – Peggio è meglio
Testo di Klever Kolberg
Fonte facebook
Immaginate, Thierry Sabine ha preparato un percorso giudicato diabolico per la quinta edizione del Rally Parigi-Dakar! Ha ottenuto il diritto di passare attraverso le “piste” proibite del Tassilli (nel sud-est dell’Algeria) e del Ténéré (Niger). I concorrenti temevano e allo stesso tempo erano affascinati quando immaginavano le gigantesche dune degli altipiani montuosi di Illizi e Tamanrasset, le spaventose piste di Djanet e il crudele deserto del Ténéré, il più grande del Sahara.
Ma Sabine non era soddisfatto. Inoltre si era inventato una tappa maraton di 1.700 km da percorrere in tre giorni, nel bel mezzo del deserto del Sahara, dove ci sono solo sentieri distrutti dalle intemperie.Fin dalla prima tappa, il piccolo pilota belga Gaston Rahier, tre volte campione del mondo di motocross, dimostra la tattica del team BMW: attacco totale! Finisce per perdere la testa della classifica il terzo giorno, quando si rompe il carter della sua moto a causa di un urto contro una roccia.
All’ingresso del Ténéré i leader erano il francese Hubert Auriol con la sua BMW nelle moto e il belga Jacky Ickx con la sua Mercedes 280 GE 4×4 nelle auto. Tutto procede regolarmente fino a metà gara. Durante il briefing mattutino del 12 gennaio, Sabine avvertì tutta la carovana: “Vedrete le dune più fantastiche del mondo. Fate attenzione in questo bellissimo deserto, è pericoloso”, ma nemmeno lui immaginava che stava per arrivare la tappa più dura della storia della Dakar.
Per i primi 100 km tutto è andò bene, ma all’improvviso il cielo divenne grigio, pesante, il vento aumentò e il rally venne stato colpito da una fortissima tempesta di sabbia. La visibilità si riduceva rapidamente e lo scenario sembrava quello di una fiction sul pianeta Marte. La tempesta imperversò per tutta la notte. Sabine cercò di salvare alcuni concorrenti, ma il suo elicottero si schiantò all’atterraggio, senza riportare ferite, (Sabine sarebbe deceduto in un incidente in elicottero tre anni dopo, durante l’edizione del 1986). Tutto divenne ancora più complicato.
I primi concorrenti che completarono la tappa arrivarono esausti, crollando per la stanchezza. Chi era ancora nel deserto ha vissuto un’esperienza simile a quella di uno zombie. Alcuni sono diventati disperati pensando che non sarebbero mai riusciti a uscire da lì. Quaranta concorrenti sono stati dispersi per quattro giorni, ma tutti sono stati ritrovati sani e salvi. Nelle ultime tappe Jacky Ickx ruppe un asse della sua Mercedes, ma fu salvato dal camion di supporto del team Range Rover, uno dei suoi principali rivali. Una storia irripetibile ai giorni nostri! Ickx è poi risultato il vincitore della categoria auto. Hubert Auriol ha invece vinto per la seconda volta la gara di moto con la BMW.
La copertura della stampa internazionale è stata più grande che mai. Il 5° Rally Pari-Dakar ha affascinato il mondo, la gara ha continuato a crescere e l’immagine dell’avventura è stata ancora più forte. L’azzardo di Sabine cominciava a dare i suoi frutti.