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DAKAR 1983 | Le Morini Camel 500 tre esemplari erano al via della Parigi-Dakar.

Fonte: Messaggero Veneto e Desert Pistons

Il tormentato percorso della Transafrica 80 (la gara di seimila chilometri attraverso le savane e i deserti africani) ha rappresentato la miglior messa a punto per un prototipo della moto Morini dal quale è stato ricavato il modello Carne! 500, oggi offerto sul mercato. La preparazione di quel prototipo per la prova africana e stata effettuata da Antonio Valentini, lo stesso preparatore delle tre Camel 500 sponsorizzate dalla Za nussi e che partecipano alla Parigi-Dakar. La macchina è il frutto del l’esperienza agonistica di Valentini e del suo team e dell’evoluzione tecnologica della casa bolognese (fondata nel ’37 da Alfonso Morini) e della collaborazione della Zanussi Elettromeccanica che ha fornito il sistema di accensione elettronica.

COLLAUDATA NELLA TRANSAFRICA 80 IN COLLABORAZIONE CON LA ZANUSSI ELETTROMECCANICA

Di fronte alle difficoltà di un percorso come quello della Parigi-Dakar, che mette a dura prova tutte le parti del mezzo e ad alcune specifiche necessità imposte dalle caratteristiche della gara, la bicilindrica da 500 cc. di cilindrata ha subito alcune modificazioni ed è stata sottoposta ad attente verifiche. Prima di tutto gli organi del motore sono stati controllati al metalloscopio, dopo un accurato esame delle dimensioni. Il rapporto di compressione è stato adattato alla qualità delle benzine disponibili in Africa, povere di ottani.

Il serbatoio è stato maggiorato e ha una capacità di 34 litri: è dotato inoltre di una spugna antisciacquio. Il filtro dell’aria è stato completamente spostato e si trova in una posizione riparata da polvere, sabbia. sassi sollevati dalle ruote La sella, monoposto. è stata dotata di una doppia imbottitura e l’impianto di illuminazione di una doppia fanaleria anteriore. Ma la novità piú interessante è rappresentata dall’eliminazione della batteria con l’adozione di un impianto transistorizzato per l’accensione. Un sistema prodotto dalla Zanussi Elettromeccanica di Bologna, azienda appartenente al gruppo Zanussi di Pordenone.

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Due sono le funzioni che l’impianto è chiamato ad assolvere: l’accensione elettronica e l’alimentazione dei carichi luce. L’impianto provvede alla regolazione elettronica del valore più efficace nella tensione alternata fornita dal volano-magnete-alternatore. Nell’accensione elettroni-ca. il procedimento è cosi articolato: il volano-magnete-alternatore produce tensione alternata, la quale è parzialmente raddrizzata per caricare i condensatori collocati sui trasduttori elettronici ad alta tensione. Un segnale elettrico, che ha origine dal captatore, comanda la scarica del condensatore sul primario della bobina ad alta tensione del trasduttore.

In tal modo. sul secondario collegato alla candela, si ottiene la tensione necessaria a far scoccare la scintilla occorrente per l’accensione. Per quanto riguarda l’alimentazione dei carichi di luce. Il volano-magnete-alternatore genera una tensione alternata il cui valore efficace e controllato dal regolatore elettronico in corrente alternata sul quale sono inseriti i carichi-luce. Su questi si stabilisce, a partire da un minimo numero di giri del motore. una tensione pressoché costante che non è influenzata dalle variazioni nel numero del motore.

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Dakar 1985 | Moto Morini usata fa buon rally

In genere quando si parla di bicilindrici per i rally africani fino a qualche tempo fa si poteva far riferimento solo alle BMW, e dopo il Rally d’Algeria di novembre anche alle Ligier-Cagiva con motore Ducati. Ma di bicilindrica ce n’è anche un’altra, italianissima per giunta dato che è la Morini, che mantiene anche le connazionali sospensioni Marzocchi laddove in genere imperano le svedesi Ohlins.

Tre anni prima il preparatore Valentini di Prato si impegnò notevolmente con una squadra ben preparata, ma fu beffato da una cinghia della distribuzione che lasciò tutti i piloti a piedi. Nel 1985 ci hanno riprovato Cecccherelli — ma per lui purtroppo la gara è durata solo una settimana (frattura) — e Gagliotti che è giunto fino alla mitica spiaggia, di Dakar con una moto più che usata: «La Morini è andata bene, ci ha aiutato un po’ la fortuna, e ce l’abbiamo fatta. L’assistenza era quella che era (Valentini e Deganello nella Fiat Campagnola già preparata per 1’83) ed ha fatto anche troppo. Le moto sono proprio le stesse di due anni fa: telaio ed avancorsa di serie, naturalmente serbatoio maggiorato da 38 litri, ammortizzatori diversi. Sono certo sorpassate rispetto alle altre però nel complesso sono state in grado di arrivare fin qui. Oltre ad essere 17° fino all’ultima tappa sono sempre secondo nella classe fino a 500».

Deganello: «Quest’anno l’impegno Morini non c’è stato, la partecipazione è stata in forma privata del concessionario Valentini più che altro per la determinazione di Gagliotti di fare la gara. Nonostante sia uscito il modello nuovo di Camel con mono ammortizzatore ed una ciclistica senz’altro migliore non facevamo in tempo a prepararla ed abbiamo preferito la stessa moto di due anni fa. La Marzocchi ci ha revisionato le sospensioni (non sono neanche nuove quindi, n.d.r.) e la Morini i motori. Valentini ha messo a disposizione tutto quello che già c’era: moto e Campagnola, ricambi, attrezzatura e lui stesso».

Gianni Gagliotti Dakar 1983

Gianni Gagliotti lanciassimo a cavallo della sua Moto Morini Camel 500 del Team Valentini alla Dakar 1983

L’ultima volta di Moto Morini – Dakar 1985

Il 1985 è l’anno dell’ultima partecipazione del Team Valentini di Prato alla Parigi-Dakar, la squadra non avendo ottenuto il sostegno diretto dalla fabbrica, si vede costretto al ritiro dopo questa edizione. Antonio Valentini e Aligi Deganello non lasciano nulla al caso per preparare le moto che sono realizzate facendo fruttare l’esperienza maturata nelle precedenti edizioni.

Purtroppo Leandro Ceccherelli si fa male alla fine della prima settimana di gara a causa di una caduta e si deve ritirare. Gianni Gagliotti si comporta molto bene e dopo migliaia di chilometri si trova a pochi km dal traguardo di Dakar. E’ 17° nell’assoluta e 2° nella sua classe. Sulla sabbia di Dakar e con pochi km da percorrere la moto non ne vuole sapere di andare e con l’aiuto di Gualini e Balestrieri tenta in tutti i modi di far ripartire la sua Morini, sostenuto dal tifo incessante dei bambini radunati sulla spiaggia a festeggiare.

Il traguardo è a portata di mano, ma l’unico modo per tagliarlo è quello di farsi trainare dagli amici piloti per provare a riavviarla. Questo tentativo però gli costa la squalifica. Per questo motivo non troverete Gagliotti nelle classifiche ufficiali, ma moralmente e dopo aver percorso 14.000 km in 20 giorni, quel traguardo lo ha tagliato, eccome!

Moto Morini Camel 500 1983

Nel 1983 il Team Valentini schiera 3 Moto Morini Camel 500 e le affida ai tre amici Massimiliano Valentini, Leandro Ceccherelli e Gianni Gagliotti che si presentarono al via, sia al Rally dei Faraoni, che alla Parigi-Dakar!

Tutti e tre i piloti Morini del Team Valentini nelle prime fasi della gara cavalcavano posizioni di vertice nella loro categoria, ma purtroppo in quell’occasione nessuno ha visto la spiaggia di Dakar causa problemi tecnici.