Moto Guzzi V75 1986

E’ il 1986 e al via della 8a edizione della Parigi Dakar partecipano anche una schiera di Moto Guzzi sulla carta agguerritissime, motore 4 valvole della V75 e circa 62 cv di potenza permettevano alla moto di Mandello del Lario di raggiungere i 170 km/h.

Team ufficiale seguito dall’importatore francese, i piloti erano l’italiano Torri e i francesi Drobecq e Rigoni. La moto sembrava avere un buon potenziale: si comportatò bene nel prologo, ma poi fu afflitta da problemi di affidabilità. In particolare soffrì di frequenti problemi alla trasmissione, soprattutto al giunto cardanico probabilmente messo in crisi dal cinematismo della sospensione.

André Malherbe, il campione sfortunato

Questa volta ci piace ricordare con grande affetto un pilota indimenticato, il 3 volte campione del mondo Motocross classe 500 (1981-1981-1984) André Malherbe.
Prende il via alla Parigi Dakar del 1988, ma nel corso della tappa Bordj Omar Driss – Tamanrasset rimane vittima di un grave incidente causatao dal bloccaggio improvviso della ruota anteriore della sua Yamaha Sonato. In seguito alla caduta gli viene diagnosticata la frattura di 3 vertebre cervicali che lo obbligherà alla sedia a rotelle. Un campione vero.
N.B. André Malherbe nella foto ufficiale della Yamaha Sonauto è il #81 in sfondo.

Yamaha FZT 750 1986

Nel 1985 Jean Claude Olivier, famoso pilota enduro nonché Presidente della Yamaha Motorsports Francia, decide di realizzare un prototipo per correre nel deserto, partendo dal motore 4 cilindri in linea utilizzato sulla FZ 750. Dopo aver risolto alcuni problemi di gioventù che causavano cedimenti strutturali del telaio nella zona dello sterzo, il progetto venne modificato e finalmente nel 1986 è pronta per il via della Parigi Dakar.
Utilizzando il motore Genesis la della versione stradale il prototipo denominato FZT aveva una potenza vicina 100 CV, ma con un notevole peso (circa 300 Kg) e una discutibile manovrabilità non garantiva di essere competitiva.
Ovviemente non soddisfatto dalle prestazioni della moto, Olivier chiede ai tecnici giapponesi di sviluppare un motore ancora più potente ma che avesse una range di utilizzo migliore per la guida nel deserto.
I tecnici giapponesi gli spedirono in Francia due motori 920 cc 4 cilindri, e la Sonauto preparò due moto chiamate YZE 920. Queste due moto furono portate in gara da Jean Claude Olivier e Serge Bacou nella Dakar del ’87.
Bacou si classificò settimo, JCO guadagnò la undicesima posizione – rallentato da alcuni guai fisici procuratosi qualche tempo prima della partenza, – riuscendo comunque ad arrivare terzo in una tappa.

*Il mostro del deserto* aveva un motore 4 cilindri, 5 valvole per cilindro, raffreddato a liquido, con una potenza di ben 85 cv.

La moto è equipaggiata di un serbatoio del carburante anteriore da 55 lt. e da 20 lt. posteriormente. All’anteriore lavora una forcella Kayaba da 43 mm con 300 mm di escursione. Il monoammortizzatore posteriore ha un’escursione di 300 mm. Il sistema di navigazione è Yamaha Corse con roadbook elettrico. Le gomme sono Michelin Desert.
La YZE 920 si tratta molto probabilmente di una delle moto più potenti che ha mai preso parte al Raid più impegnativo al mondo.

Honda NXR 750 1989

In Giappone quando decidono di fare una moto vincente non scherzano e sanno decisamente come fare. La Honda NXR 750 è un vero e proprio prototipo creato per vincere la gara più dura del mondo.
La Honda si presentò al via con la NXR 750, una bicilindrica 8 valvole di 780 cm³ capace di sviluppare oltre 75 cavalli, con un peso a secco intorno ai 160 kg: il risultato fu che Neveu e Lalay conclusero al primo e secondo posto.
L’anno successivo Neveu fece il bis, davanti a Edi Orioli. Il friulano vinse nel 1988 la sua prima Dakar in sella alla stessa moto usata da Neveu l’anno precedente, mentre nel 1989, Lalay portò al quarto successo consecutivo l’ultima evoluzione della NXR. Nel 1990 Honda decise di non proseguire con questa esperienza.

Moto Morini Camel 500 1983

Nel 1983 il Team Valentini schiera 3 Moto Morini Camel 500 e le affida ai tre amici Massimiliano Valentini, Leandro Ceccherelli e Gianni Gagliotti che si presentarono al via, sia al Rally dei Faraoni, che alla Parigi-Dakar!

Tutti e tre i piloti Morini del Team Valentini nelle prime fasi della gara cavalcavano posizioni di vertice nella loro categoria, ma purtroppo in quell’occasione nessuno ha visto la spiaggia di Dakar causa problemi tecnici.

Gilera RC 750 1992

Siamo alla partenza della Parigi – Le Cap del 1992 e la Gilera decide finalmente di partire con un “prototipo” e cercare di giocarsi la vittoria nella generale. I piloti sono di altissimo livello e rispondono al nome di Franco Picco e “Luigino” Medardo, la moto è la nuova RC 750 che è alla sua sola seconda uscita, dopo la brevissima esperienza nel Rally dei Faraoni del ’91, interrotta anzitempo a causa della frattura di Picco e della rottura della cinghia di distribuzione sulla moto di Medardo. La moto è una monocilindrica da 750 cc. con distribuzione bialbero a 4 valvole in testa comandata da cinghia dentata, cambio è a 5 marce e frizione a secco.

Un progetto innovativo che va controcorrente rispetto alle tendenze dell’epoca: alla potenza e al peso delle bicilindriche ufficiali vengono preferite la leggerezza e la maneggevolezza.
Purtroppo la sfortuna si accanisce su questo progetto nato con le migliori aspettative, entrambi i piloti si ritireranno nella stessa tappa, la speciale Waw El Kbir-Tumu, Medardo per un guasto tecnico, Picco per una caduta che gli causerà una frattura al polso.

Massimo Chinaglia alla Dakar 2007

Gilera RC 600 1993

Il 1993 è un anno particolare, con il minor numero di iscritti in assoluto alla Parigi Dakar (solo 46 moto partenti). Uno splendido lampo lo darà comunque un pilota italiano, Massimo Marmiroli, 30 anni, commerciante con la passione della meccanica e dell’avventura, che darà alla Gilera la vittoria nella 9a tappa ad Atar (Mauritania).
Al secondo posto in quella tappa, staccato di soli 19 secondi, un altro italiano: Massimo Montebelli su Yamaha.
Nella generale Montebelli conluderà ottavo e Marmiroli decimo.

Honda NXR 750 1987

Per il vincitore dell’edizione del ’86 Cyril Neveu e i suoi compagni di team Lalay e Charliat, fu messa a disposizione da HRC per la Parigi Dakar del 1987, una versione aggiornata della Honda NXR bicilindrica. Rispetto all’anno precedente vantava una cilindrata leggermente maggiore, portata a 780 cc. ed una potenza di circa 75 cv che permetteva di raggiungere i 175 kmh.

Su questa moto, già vincente di suo, fu fatto esclusivamente un lavoro di affinamento, soprattutto sui materiali, il che che consentì di abbassare il peso fino a 185 kg a secco (240 kg in ordine di marcia). Il comparto freni fu arricchito da un disco anche al posteriore al posto del tamburo.

 

Cyril Neveu: il primo dei primi!

Cyril Neveu aveva ventuno anni quando decise di schierarsi alla partenza della prima Dakar nel 1978. Padre e fratello come assistenti, e la sola esperienza nella Abidjan – Nizza dell’anno precedente. Non aveva un passato motociclistico importante e, per sua stessa ammissione, non era altro che un “fannullone”. Aveva i soldi contati per partire, e scelse una Yamaha XT500, la stessa con la quale Thierry Sabine aveva partecipato alla storica Abidjan-Nizza perché era un mezzo non velocissimo, neanche per l’epoca, ma robusto. Una moto inglese costruita… in Giappone, dunque affidabile.

Pur essendo stato campione francese di enduro, Neveu non aveva particolari ambizioni di successo. Voleva vivere l’avventura, e dunque per prima cosa doveva arrivare a Dakar. Il resto sarebbe venuto da solo. Fu così che, sin dal primo giorno, Neveu si rivelò pilota intelligente e furbo, opportunista e molto “regolare”. Con questa semplice strategia di gara riuscì a correre il minimo di rischi e a progredire anche nella classifica.

Neveu, in quella prima edizione della Dakar, riuscì a vincere non per le doti di guida, ma perché seppe utilizzare quelle caratteristiche sconosciute nello sport motoristico che sarebbero diventate cruciali alla Dakar: saggezza, concentrazione e costanza. Neveu andò in testa alla prima edizione della Dakar nel corso della sesta tappa tra Gao e Bamako, quando il leader Schaal fu costretto al ritiro. Il giorno successivo, tra Bamako e Nioro du Sahel, un solo concorrente arrivò in tempo utile all’arrivo previsto, Philippe Vassard.

Thierry Sabine, tuttavia, introdusse una delle regole chiave della Dakar, prolungando il tempo di arrivo fino all’inizio della tappa successiva. Neveu fu quindi riammesso in gara, e vi rimase in testa fino all’arrivo a Dakar.

La prima vittoria aprì a Neveu le porte della notorietà, e con l’avvento della grande epopea delle Case ufficiali, anche del successo economico. Neveu corse con Yamaha e Cagiva, e Honda gli affidò la leggendaria NXR bicilindrica.

Il suo record di cinque vittorie poté resistere fino al 1998, anno nel quale Stephane Péterhansel vinse la sua sesta Dakar con la Yamaha ufficiale. Ritiratosi dalle corse, Neveu rimase “nell’ambiente”, assumendo la guida dell’unico Rally che non aveva mai vinto, il Tunisia. (fonte moto.it)