La mia Dakar 2004 by Giuseppe Macchion
Ringrazio parisdakar.it per questa opportunità, come ben sapete nel 2004 non esistevano i social e la comunicazione per i piloti privati come me è stata praticamente nulla!! Anche se devo dirvi che dopo la prima tappa i telegiornali e i giornali sportivi hanno parlato di me,
Il motivo? Perché sono arrivato 6° assoluto di tappa davanti a Marc Coma!
Una cosa veramente anomala per quegli anni. All’arrivo sono stato intervistato dalle televisioni di mezzo mondo e mi è sembrato di vivere un sogno. Sogno che è durato per 3 tappe europee, poi purtroppo ci ha pensato l’Africa a ridimensionare il mio ego.
Infatti dalla troppa manetta mi sono perso sui monti del Marocco e da 14° sono arrivato a fine tappa 145°!
Considerate che la mia storia motociclistica nasce da crossista ex pilota Fiamme Oro, poi diventa enduristica, ma non professionista e quindi con pochissima esperienza di navigazione! È stato difficilissimo cercare di recuperare posizioni in classifica. Polvere, buche, sassi e camion, insomma un inferno!
Piano piano sono riuscito a risalire la classifica fino alla 30° posizione (considerate che da 210 partenti eravamo rimasti in 50).
Tutto sembrava procedere bene, fino a quando nella seconda tappa marathon, mentre dormivamo all’agghiaccio, ignoti malfattori ci hanno rubato la moto a me e a Luigi Algeri. Sconsolati e amareggiati siamo stati portati a Bidodiulasso nel Burkina Faso per essere rimpatriati. Dopo aver percorso 7000 km e soprattutto quando mancavano solo 3 tappe per raggiungere arrivare a Dakar, il nostro sogno è svanito!
Nonostante tutto questa è stata un esperienza bellissima, nata quasi per una scommessa, che ha richiesto un impegno di un anno di preparazione atletica grazie all’aiuto della squadra ciclistica Mapei, che mi permise di effettuare dei test medici innovativi, i primi su un pilota di moto, successivamente pubblicati anche su riviste del settore!
Tutti questi sforzi, economici e fisici, chiaramente continuando a lavorare presso una concessionaria di moto!
Testi e foto: Giuseppe Macchion