Jean Brucy Dakar 2005

Dopo ben 14 partecipazioni in moto alla Dakar, si classificò al 10° nell’edizione del 2005 la sua ultima su due ruote

KTM bimotore? Si, alla Dakar 1988!

Il pilota francese Michel Assis nel 1988 riuscì a montare sulla sua KTM 125 ben due motori. Sotto il serbatoio infatti venne ricavato lo spazio per alloggiare un propulsore di ricambio, una soluzione che permetterà ad Assis di effettuare una sostituzione di emergenza se sarà necessario.

 

Il telaio della sua bella e rifinitissima KTM è realizzato in alluminio. Soluzione sicuramente fantasiosa ma che purtroppo non servì per arrivare a Dakar…

 

MBK Innovation: 2 tempi 2 cilindri alla Dakar 1985

Il nome MBK Innovation era un nome decisamente azzeccato per una moto di questo tipo in un mondo in cui la fantasia non va d’accordo con i risultati. Con un’estetica decisamente diversa dalla concorrenza, la moto realizzata da Jean Michel Basset per la Dakar 1985, è realizzata attorno al suo motore, decisamente inconsueto per una moto da fuoristrada, il bicilindrico 2 tempi della Yamaha RD LC 350!

Il progetto era tutto incentrato ad ottenere un rapporto peso/potenza particolarmente spinto, e gli ingegneri MBK ci riuscirono decisamente. Sulla bilancia la moto pesava solo 135 kg e alla ruota aveva una potenza di 65 CV! Per avere un’idea e un raffronto, in quegli anni la faceva da padrona la BMW GS, che era la più veloce con 180 kmh di velocità massima, la più potente con ca. 80 CV con un motore di cilindrata 1.050 cc.

La scelta di un motore 2 tempi, fu l’imperativo da seguire. Scegliere un monocilindrico da 500 cc sarebbe stato un suicidio, la potenza ed il rendimento non erano minimamente paragonabili ad un bicilindrico, pur se di cubatura minore. Per non parlare dei consumi!

Il motore della Yamaha RD 350 LD offriva la potenza necessaria per far raggiungere sulla sabbia i 145/150 kmh. Il secondo obiettivo era dare ai propri piloti, Patrick Vallet e Pierre Marie Poli, una moto leggera e maneggevole. A tal scopo venne utilizzato l’alluminio in modo massiccio per la realizzazione del radiatore maggiorato, air box dell’aria, serbatoio carburante, serbatoio dell’olio (ricordiamo che il motore andava a miscela al 3%) e dell’acqua. Riuscire a raggiungere i 135 kg a secco fu un’impresa ingegneristica di alto livello per l’epoca.

Ma come insegna la storia, i numeri e le idee sulla carta non vanno d’accordo con il duro mondo delle corse. Purtroppo la MBK Innovation 350 non arrivò a Dakar con nessuno dei piloti.

Barigo Ducati alla Dakar 1985

Nel 1985 due studenti di ingegneria ENSM (Scuola di Meccanica), Frédéric Rosset e Julian Eberhardt, decidono di fare il loro stage con un progetto per partecipare alla Dakar. Supervisionati da Monsieur Barigo Patrick Barigault nasce nuovo prototipo con cui lanciare la sfida al deserto, il nome non lascia dubbi sulle intenzioni bellicose dei due studenti: F1 Desert, appunto! Il logo campeggia fiero sul cupolino e nel codone posteriore.

Due moto dalle innovazioni tecniche molto sviluppate, ma che di cui non si sa molto, saranno realizzate su base Ducati Pantah (650cc e 750cc) e l’intuito di dotare la loro moto con il bicilindrico che da li a poco segnerà la storia della competizione, fa capire quanto fossero lungimiranti i due piloti/studenti.
Nonostante la poca esperienza, Julien Eberhardt #46 si comporterà bene fino a quando una caduta in cui si rompe la spalla lo metterà fuori gioco, mentre Rosset #45 raggiungerà Dakar, ma fuori classifica.

Michel Merel – Dakar 1981

Michel Merel 3° alla Dakar 1981 su Yamaha XT 500.

Gerard Barbezant – Dakar 1987

Ritrovo a Versailles per la partenza della PD 1987. Tabella numero 1 appartiene a Gerard Barbezant che proverà anche quest’anno di raggiungere Dakar a cavallo di una Honda MTX 125 2T. 30 cv in tutto e tanta passione…

L’ultima volta di Moto Morini – Dakar 1985

Il 1985 è l’anno dell’ultima partecipazione del Team Valentini di Prato alla Parigi-Dakar, la squadra non avendo ottenuto il sostegno diretto dalla fabbrica, si vede costretto al ritiro dopo questa edizione. Antonio Valentini e Aligi Deganello non lasciano nulla al caso per preparare le moto che sono realizzate facendo fruttare l’esperienza maturata nelle precedenti edizioni.

Purtroppo Leandro Ceccherelli si fa male alla fine della prima settimana di gara a causa di una caduta e si deve ritirare. Gianni Gagliotti si comporta molto bene e dopo migliaia di chilometri si trova a pochi km dal traguardo di Dakar. E’ 17° nell’assoluta e 2° nella sua classe. Sulla sabbia di Dakar e con pochi km da percorrere la moto non ne vuole sapere di andare e con l’aiuto di Gualini e Balestrieri tenta in tutti i modi di far ripartire la sua Morini, sostenuto dal tifo incessante dei bambini radunati sulla spiaggia a festeggiare.

Il traguardo è a portata di mano, ma l’unico modo per tagliarlo è quello di farsi trainare dagli amici piloti per provare a riavviarla. Questo tentativo però gli costa la squalifica. Per questo motivo non troverete Gagliotti nelle classifiche ufficiali, ma moralmente e dopo aver percorso 14.000 km in 20 giorni, quel traguardo lo ha tagliato, eccome!

Ecureuil 1000 – Dakar 1987

Troviamo e riportiamo questo articolo tratto dal sito www.classic-motorbikes.com

“Hubert Rigal, nostro esperto ed ex partecipante alla Parigi-Dakar è stato in grado di trovare, dopo un anno di indagini, una delle moto più sorprendenti tra i prototipi degli anni ’80 che hanno partecipato al rally raid più duro al mondo. Tutto è cominciato nel 1986, quando il tecnico Joël Guillet e il giornalista Pierre-Marie Poli, capo redattore del settimanale francese Moto Journal, ha avuto l’idea di una moto rivoluzionaria.
Promossa dalla Cassa di Risparmio Écureuil, l’omonima squadra corse Écureuil è stata creato con l’obiettivo di entrare nel mondo della Parigi-Dakar, eccezionale veicolo media dell’epoca.

Equipaggiata con un motore BMW (la marca che ha vinto l’edizione 1983 e 1985), la particolarità di questo “ERS 1000” è la sua concezione modulare e il carbonio come materiale che la contraddistingue.

Il disegno è composto da tre elementi:
– Un corpo in Kevlar-carbonio del peso solo sei chili,
– Il gruppo ruota motore-trasmissione-posteriore,
– La sospensione anteriore, attaccato sulla parte anteriore.

Il vantaggio principale è lo smontaggio rapido: ci vogliono solo sei minuti per rimuovere il motore e la trasmissione! Ciò lo rende facile adattare la moto alle sfide di ogni tappa.
Nel 1987, tre Écureuil iscritte alla corsa, guidate da Pierre-Marie Poli, Marc Morales e l’ex poliziotto Daniel Pescheur.
Poli non ce l’ha fatta ad arrivare a Dakar, la moto di Pescheur ha preso fuoco nel deserto e Morales, anche se arrivato al traguardo non venne qualificato. In realtà, durante l’ultima tappa, Marc Morales era 7° assoluto in classifica, rimase a piedi in prossimità del Lago Rosa (Lago Retba), a soli tre chilometri dal traguardo!

Questa moto è completa e originale con l’esclusione della protezione del faro, che potrebbe essere facilmente riprodotto.
A seconda delle necessità è dotata di ruote anteriori da 18, 19 o 21 pollici.
Il motore, un 1050 modello 1023 cc preparato da Herbert Scheck (il noto pilota tedesco e pilota BMW), ed è stato ordinato direttamente da BMW France.

La moto è equipaggiata con una forcella Marzocchi e due Öhlins posteriori, il telaio e l’attacco della sospensione del motore sono in carbonio a nido d’ape e sono state costruite da ERS.
La moto è disponibile in Francia, senza documenti di registrazione validi per la circolazione su strada. In realtà questi prototipo ha corso con documenti di immatricolazione che corrispondevano ad una moto di serie.”

http://www.classic-motorbikes.com/en/bmw-ecureuil-ers-1000-dakar-1987/

Gian Paolo Quaglino – Dakar 1998

Rispondiamo volentieri alla mail dei nostri amici che ci chiedono info o foto di piloti che hanno lasciato tracce nel deserto e nella storia di questa competizione.
In questo caso rispondiamo al nostro amico Enrico Di Lorenzo che chiedeva se avevamo del materiale sul suo amico Gian Paolo Quaglino in qualche edizione della Dakar.
Cercando fra i nostri archivi abbiamo trovato qualche foto della Dakae 1998, la sua quinta partecipazione di Gian Paolo in cui si classificò in onorevolissimo 29mo posto, (su 55 moto al traguardo) a cavallo di una piccola Honda XR400, non propriamente un bisonte da 100 cv!!!

I nostri complimenti a Gian Paolo, privato indomabile!

 

Oliver Collomp – Dakar 1989

Una fantastica istantanea di Oliver Collomp alla Dakar 1989 su Honda Africa Twin Marathon