Dietro un grande uomo… una grande donna: Andrea Mayer
E’ passato poco più di un mese dalla fine della Dakar sudamericana, anche quest’anno si sono scritte storie di piloti temerari che a bordo dei loro bolidi hanno sfidato loro stessi alla ricerca di quello che è l’emozione. I nomi dei piloti di oggi, così come quello degli eroi che hanno scritto grandi imprese, sono conosciuti a molti veri appassionati. Tuttavia forse non tutti sanno che, come recita un famoso detto, dietro ogni grande uomo c’è una grande donna e dietro a Stéphane Peterhansel, vincitore nella categoria auto, non poteva esserci altro che una compagna di vita e di avventure, un’amazzone che con feroce e ardente passione ha affrontato paure e rischi dei grandi raid africani per vivere quelle emozioni che solo la terra d’Africa sa regalare.
Andrea Mayer nasce a Kaufbeuren il 2 gennaio 1968, finiti gli studi, diventa giornalista e ha la fortuna di unire il suo lavoro alla sua grande passione: la moto. Diventa una corrispondente internazionale per la stampa specializzata, professione che la porta ad appoggiare i piedi nel paese dei grandi deserti e dai paesaggi incantati dove il tempo sembra essersi fermato: l’Africa, il paese che gli ha rapito l’anima.
Andrea decide di inseguire il suo sogno ed inizia a gareggiare nel 1989 in competizioni europee di enduro, ma ben presto i suoi stivali si sarebbero riempiti della sabbia delle dune. Dopo aver dimostrato a se stessa di essere un pilota veloce ed astuto, arriva l’ingaggio del Team BMW nel 1996, casa con la quale raccoglierà quasi tutti gli allori nelle categorie femminili segnando anche alcuni piazzamenti assoluti di grande rilievo.
Vince nel 1994 il Rally de l’Atlas, nel 1995 il Rally di Tunisia, nel 1996 bissa la vittoria del Rally de l’Atlas e si aggiudica la sua prima Dakar, nel 1997 bissa l’iride al Rally di Tunisia e fa sua anche la vittoria al Rally di Dubai conquistandola anche nel 1998 e 2000 e nel 1999 vince la sua ultima Dakar. Il suo migliore piazzamento assoluto arriva all’ Abu Dabi Desert Challenge nel 2001, un 6° posto ottenuto in sella ad una KTM. Ricordiamo anche il 23° posto assoluto alla Dakar del 2002 un piazzamento degno di nota nella classifica della gara più estrema al mondo.
Arriviamo all’anno 2003, l’anno della svolta, dove la Mayer decide di seguire le orme del suo compagno decidendo di solcare le vie dei Tuareg non più con due ruote, ma bensì con quattro. Una decisione dettata dal dolore e dalla voglia di vivere per assaporare ancora il piacere di quei luoghi incantati, perché il deserto gli aveva portato via troppi amici e compagni. Grazie alla sua esperienza nei rally raid viene arruolata nello squadrone Mitsubishi prendendo il via alla Dakar 2003 e piazzandosi al 21° posto assoluto e al 4° nella categoria T2 Diesel.
Ma è il 2004 l’anno più esaltante: Andrea alla guida della sua Mitsubishi come macchina d’assistenza per i prototipi di McRea, Aiphan e Masuoka, ci fa battere forte il cuore insidiando i tre alfieri della casa giapponese per la vittoria finale. La classifica finale la vedrà piazzarsi al 5° posto assoluto.
Il suo matrimonio con le auto finisce nel 2005 con un ritiro dalla Dakar di quell’anno, e dal 2007 si ritira dalle scene dei rally.
Ma la fiamma della passione non si spegne, rimane assopita in un angolo della nostra anima pronta a tornare ad ardere più di prima e così è stato per Andrea che dal 2011 – alla guida di un camion assistenza – segue il suo compagno Stéphane Peterhansel nella Dakar.
Ricordiamo anche la partecipazione al Rally di Sardegna del 2011, dopo 9 anni dalla sua ultima competizione in moto, concluso al 23° posto assoluto e 1° di categoria.
Andrea Mayer una donna tenace e astuta, una Cleopatra dei nostri giorni regina dei deserti.